Quando si tratta di dispositivi elettronici e bambini o adolescenti, ci sono tre categorie principali di genitori: “Ci rinuncio, è una battaglia persa”, “No internet fino ai 30 anni, facciamo 40” e “Okay, ma solo 10 minuti così ti calmi”. Consapevole di questo, tutte le volte che devo affrontare l’argomento, comincio con qualcosa di politically correct come: “Ogni genitore è libero di pensare cosa sia più giusto per il proprio figlio, comunque sia la mia opinione è questa bla bla bla…”.
Entrati nel vivo del colloquio, le domande più frequenti sono: “Quali sono i pro e i contro dell’utilizzo di dispositivi elettronici nell’età evolutiva (0-18 anni)? Possono creare dipendenze? Che effetti hanno sullo sviluppo neurologico?” Queste e molte altre domande sorgono spontanee di fronte a un sempre più crescente utilizzo dei dispositivi elettronici da parte di bambini e adolescenti. Ma se ci chiedessimo anche come noi adulti educhiamo i bambini e gli adolescenti all’uso della tecnologia? Be’, i questo caso potremmo scoprire cose interessanti. Secondo la Società Italiana di Pediatria (2018) infatti, il 30% dei genitori utilizza lo smartphone per calmare o distrarre il proprio figlio già nel primo anno di vita, il 70% nel secondo anno. Il fenomeno viene chiamato telefonino “pacificatore”, non so a voi, ma a me fa venire in mente il termine americano pacifier (ciuccio). Infatti, il tablet o lo smartphone diventano un po’ come il ciuccio che viene dato al bambino per farlo calmare.
Sempre la Società Italiana di Pediatria (SIP) ha accertato gli effetti dannosi dell’uso scorretto dei media device nei bambini. Per questo motivo, la SIP ha pubblicato un documento ufficiale sull’uso dei dispositivi elettronici nei bambini da 0 a 8 anni, discutendo di pro e contro, accorgimenti e linee guida per tutelare la salute fisica, cognitiva, emotiva e psicologica dei bambini. “Ho capito, bandisco smartphone e tablet a vita per i miei figli e faccio prima”, avete pensato questo, vero? Be’, in realtà la SIP (2018) ha fatto una precisazione che ha chiarito come i media device non siano solo un male per i bambini. Ciò che fa male è lasciare che li usino senza la supervisione, la guida e la collaborazione di un adulto. Infatti, ci sono alcune applicazioni che si sono dimostrate utili ed efficaci per lo sviluppo cognitivo del bambino a condizione che vengano usate insieme a un genitore.
Nessuna criminalizzazione delle tecnologie digitali, anzi alcune applicazioni hanno mostrato di avere un impatto positivo sull’apprendimento in età prescolare, purché usate insieme ai genitori. Ma come pediatri che hanno a cuore la salute psicofisica dei bambini non possiamo trascurare i rischi documentati di un’esposizione precoce e prolungata a smartphone e tablet.
Alberto Villani, (2018) Presidente della Società Italiana di Pediatria
Smartphone, tablet, computer e TV sono parte imprescindibile della nostra quotidianità e per nostra intendo proprio nostra. Sì perché in realtà, gran parte del lavoro lo dobbiamo fare prima di tutto su noi stessi e sulle nostre cattive abitudini. In seguito, dobbiamo sapere che tipo di impatto ha sui bambini e sugli adolescenti che rimangono la categoria più vulnerabile e soprattutto in piena fase evolutiva.