Volete proprio sapere la risposta? Semplice, qualsiasi forma di violenza fisica, psicologica o emotiva è pericolosa, soprattutto se intenzionale e ripetuta. Bullismo e cyberbullismo, cosa sappiamo? Cosa abbiamo bisogno di sapere? Ci sembrano parole distanti dalla nostra quotidianità e da quella dei nostri figli, ma è più frequente di quanto immaginiamo e per questo abbiamo bisogno di aprire i nostri occhi e quelli degli altri.
Non so voi, ma io ho sempre pensato che i bulli esistessero solo nei film con studenti adolescenti americani. Chissà perché si trattava sempre di un giocatore di football che se ne andava in giro per i corridoi della scuola con il giubbino della sua squadra, immancabilmente seguito da un minimo di 2-3 suoi compagni di squadra che ridevano a ogni sua battuta per ridicolizzare chiunque gli capitasse a tiro, ovviamente etichettato sfigato o perdente. “Ingenua”, starete pensando. Sì, ed è probabile visto che non ho mai effettivamente assistito alla classica scena del bullo o della bulla di turno che tormenta qualcuno, però pian piano mi sono resa conto di quanto questi atteggiamenti fossero sottili e nascosti. Per non parlare di come, con internet, il bullismo ha cambiato forma ed è diventato ancora più accessibile, facile da realizzare, anonimo, subdolo e tossico.
Secondo una ricerca dell’ISTAT (2019), più del 50% degli adolescenti sono stati vittime di episodi di bullismo. Il 22% di questi ragazzi ha subito cyberbullismo. Genitori, insegnanti e tutti coloro che hanno a che fare con bambini e giovani hanno bisogno di aiuto per riconoscere i campanelli d’allarme, spesso ignorati, e intervenire nella maniera giusta senza mai sottovalutare gli effetti dannosi.
Avete mai pensato a strategie per evitare situazioni pericolose che possiamo insegnare ai nostri figli? E poi, chi ha detto che i nostri figli siano le vittime? So che è più difficile da ammettere, ma dove c’è una vittima di bullismo c’è anche un bullo o una bulla. “Bulla? Esistono le bulle?” Certo! E sono anche molto brave nel raggiungere il loro scopo. Mentre le bambine e le ragazze si dimostrano più propense alla violenza psicologica ed emotiva, i bambini e i ragazzi fanno più uso della violenza fisica (Berk, 2018).
Sia che si tratti di vittima o di bullo, hanno bisogno di aiuto e non possiamo ignorare i campanelli d’allarme o essere superficiali. Spesso pensiamo ingenuamente che il bullismo e il cyberbullismo rendono soltanto la scuola un incubo, ma che una volta terminata il problema svanisce. “Perché, non è così?”, vi starete chiedendo. No, non è così. Sia perché non si limita tutto all’ambiente scolastico, sia perché può essere più grave di quello che sembra. Ve lo possono dimostrare tanti genitori che portano avanti campagne di sensibilizzazione sull’argomento in tutta Italia, i cui figli non hanno retto il peso psicologico ed emotivo e hanno deciso di fermare tutto togliendosi la vita. Mi viene un nodo alla gola tutte le volte che ci penso e tutte le volte che vengo a sapere di un ennesimo caso verificatosi. Mi fa male parlare o scrivere di queste cose, ma bisogna farlo, bisogna affrontare l’argomento.