È inutile negarlo, la sessualità e il sesso sono ancora considerati argomenti imbarazzanti, ecco perché è più facile evitare di parlarne, persino tra coniugi, sì, persino tra coniugi. Però mettiamo un attimo da parte la sessualità riferita alla coppia marito-moglie e facciamo un passo indietro per capire quando si comincia a percepirla con un senso di vergogna e a causa di cosa. Per quanto riguarda le cause dovremo tornare indietro di qualche secolo, ma ne parleremo fra un attimo. Prima però vorrei che ci chiedessimo quando noi abbiamo iniziato a percepire la sessualità con imbarazzo o vergogna.
Ci avete mai fatto caso? Per chi è cresciuto in un ambiente religioso, di qualsiasi tipo, sembra che la sessualità e tutto ciò ad essa collegato non esista prima del matrimonio e debba essere represso perché sbagliato o inappropriato. Invece dopo, come per magia, dovremmo essere esperti nel saperla vivere al meglio e se questo non accade forse “c’è qualcosa che non va in noi”. Riuscite a vedere quanto rischiosa sia questa visione? Ho già spiegato, in articoli precedenti, come la sessualità fa parte di noi da sempre, è un dono del nostro amorevole Padre Celeste e va vissuta al meglio a seconda delle fasi della vita. Chiariamo una cosa, quando parlo di sessualità, non sto parlando di sesso, sono due cose distinte. La sessualità è ciò che ci contraddistingue come persona e racchiude in sé l’anatomia del nostro corpo, la sua risposta agli stimoli e il modo in cui viviamo la parte più intima e profonda di noi stessi. Il sesso, invece, è uno degli strumenti in cui viviamo la sessualità e ha degli obiettivi ben precisi.
Distinguere le due cose è importante per fare chiarezza e per spiegarlo ai nostri figli. Parlare di sessualità con i propri figli significa spiegare con semplicità come è fatto il loro corpo e prepararli a riconoscere come reagirà in determinate situazioni e con determinati stimoli. Se si affronterà la conversazione in maniera naturale e spontanea sin da piccoli, magari cogliendo l’occasione in attività quotidiane come l’igiene intima, film o pubblicità, amici e divertimento e si terrà presente la loro maturità e la loro curiosità, allora li aiuteremo a sentirsi a proprio agio in questo tipo di conversazione.
Torniamo alle radici della connotazione negativa che abbiamo ereditato sulla sessualità dalla nostra società. All’inizio ho detto che avremmo avuto bisogno di tornare indietro nel tempo, per la precisione nel II secolo a.c. con Claudio Galeno, medico greco secondo solo a Ippocrate come importanza nell’antichità (I). Sapevate che Galeno descriveva i genitali sia femminili che maschili con la parola αιδοίον/aidoion che deriva da αἰδώς/aidos che si può tradurre con “vergogna”, “rispetto” o “pudore”? Per scegliere la corretta traduzione, gli studiosi hanno tenuto presente che Galeno aveva più volte classificato la donna inferiore all’uomo. Come lui, anche Andrea Vasalio, da alcuni considerato come il fondatore dell’anatomia moderna, nel XVI secolo fu colui che nominò i genitali femminili con il termine pudendum, che deriva dalla parola latina pudere (vergognarsi). Da quel momento, il termine italianizzato pudendo è stato utilizzato per indicare principalmente i genitali femminili, alcune volte anche maschili, e anche parti del corpo a essi collegati, come per esempio il nervo pudendo, ma solo nel 2019 è stato rimosso dalla seconda edizione di Terminologia Anatomica proprio per la connotazione dispregiativa derivata dalla radice latina della parola (II). Questo non spiega tutto, ma di certo può aiutarci a capire qualcosa sul senso di vergogna con cui la società ha percepito nel passato e percepisce oggi la sessualità. Secondo uno studio sulla vergogna legata alla sessualità, essa ha un grande impatto sulle relazioni romantiche perché porta un senso di fallimento e indegnità, portando le persone a evitare l’intimità per nascondere la parte “inadeguata” di sé e per evitare il rifiuto. (III)
Quindi cosa porta ad avere una percezione negativa della sessualità e del sesso? Perché percepiamo questi aspetti della nostra vita come inappropriati? Le cause possono essere diverse: traumi o violenze vissute (parlerò di queste in un altro articolo), educazione sessuale assente o religiosa “conservativa”, ecc., a prescindere da questo, la maggior parte delle volte è perché lasciamo che la nostra visione della sessualità e del sesso siano plasmate dall’esterno, da come gli altri ce li fanno percepire e con “altri” mi riferisco a società, genitori, amici, film, canzoni, libri, pubblicità, social media, ecc. .
Le domande che ricevo più spesso sono su quali sono i limiti, cosa è appropriato e cosa no, cosa è considerato “peccato” e cosa no. La verità è che, oltre quello che è chiaramente definito dalla legge di castità, ci sono cose che possiamo stabilire solo noi consultandoci con il nostro Padre Celeste. Quando costruiamo la nostra percezione di sessualità su ciò che gli altri considerano giusto e cosa no allora rischiamo di provocare una frattura in noi tra ciò che ci appartiene e ci rende chi siamo e l’idea che vogliamo dare agli altri di noi. Spesso viviamo tutto questo con profonda insicurezza perché cerchiamo l’approvazione di qualcun altro in merito ad argomenti che sono estremamente personali, senza rendercene conto lasciamo agli altri decidere limitandoci nel percorso verso la consapevolezza di chi siamo veramente e verso la nostra integrità che è il risultato di scelte consapevoli.
Dio ha costantemente affermato il vostro libero arbitrio e creato le condizioni per il suo esercizio. Coltivate quel potere. […] I cristiani convertiti dei primi tre secoli… consideravano la proclamazione di αύτεξουσια (autonomia, autodeterminazione) – la libertà morale di autogovernarsi – come praticamente sinonimo del “Vangelo”.
The Doors of Faith, Terryl Givens
Pensiamoci ci un attimo, scegliamo di seguire i comandamenti, legge di castità inclusa, perché ci è stato insegnato che è giusto e gli altri si aspettano questo da noi o perché desideriamo veramente vivere seguendo questi principi perché siamo certi che ci benedicono costantemente nella nostra vita? Riuscite a vedere la differenza nell’impatto che queste due visioni hanno nella nostra vita? Non è sbagliato provare sentimenti sessuali, attrazione fisica o eccitazione e con questo intendo tutte le risposte che il nostro corpo manifesta con determinati stimoli. Sono caratteristiche naturali del nostro corpo, se non ci fossero non potremmo distinguere una relazione romantica da una qualsiasi altra relazione con una persona a cui vogliamo semplicemente bene. Di sicuro vanno riconosciute e gestite per sviluppare relazioni sane, ma non devono essere viste come sbagliate. Sono caratteristiche essenziali che ci permettono di individuare, fra tante, la persona con cui vogliamo condividere l’eternità, ci permettono di capire con chi stipulare sacre alleanze e ci aiutano a mantenerle. Se vi steste chiedendo se potete migliorare la vostra percezione della sessualità e del sesso, la risposta è sì. Sentitevi liberi di contattarmi e ne parleremo insieme.
I. Volpini, E. (1970). Galeno Claudio. Treccani. https://www.treccani.it/enciclopedia/galeno-claudio_(Enciclopedia-Dantesca)/
II. Draper, Allison. (2020). The history of the term pudendum: Opening the discussion on anatomical sex inequality. Clinical Anatomy. 34. 10.1002/ca.23659. https://www.researchgate.net/publication/343226069_The_history_of_the_term_pudendum_Opening_the_discussion_on_anatomical_sex_inequality
III. CLark, N. (2017). The Etiology and Phenomenology of Sexual Shame: A Grounded Theory Study. Seattle Pacific University. https://digitalcommons.spu.edu/cpy_etd/25/
IV. Givens, T. L. (2021). The Doors of Faith. Maxwell Institute & Deseret Book.