Intimità emotiva in età adulta ed esperienze dell’infanzia, che relazione c’è?

Quando comincio a parlare della teoria dell’attaccamento dico sempre due cose: la prima è che sicuramente non mi basterà il tempo per parlarne a sufficienza e la seconda è che possono utilizzarla per attribuire ai loro genitori la colpa delle loro relazioni sentimentali disastrose. In realtà non è sempre così, ma di sicuro possiamo trovare degli spunti molto interessanti.  

Secondo la teoria dell’attaccamento formulata dallo psicologo britannico John Bowlby (1969), ogni neonato nasce con il bisogno di instaurare una forma di attaccamento emotivo verso la figura di riferimento che se ne prende cura (in genere la madre) per sopravvivere. La qualità della relazione instaurata avrà un impatto sullo sviluppo psico-emotivo, sulle esperienze di vita e sulle relazioni interpersonali dell’individuo (I).    

Avete idea di quante ricerche e teorie interessanti sono state sviluppate sulla base della teoria dell’attaccamento? Tante, ma ovviamente non potrò affrontarle tutte in questo articolo. Per ora mi limito a una introduzione degli stili di attaccamento delineati in seguito alle osservazioni fatte nel corso del tempo dal Dr. Bowlby e da altri ricercatori come la Dott.ssa Mary Ainsworth.  

Stili di attaccamento: 

  • sicuro 
  • insicuro ansioso / ambivalente 
  • insicuro evitante 
  • disorganizzato 

Una persona con stile di attaccamento sicuro è una persona che ha imparato sin da piccolo/a ad esplorare da solo/a il mondo attorno a se sapendo che la figura adulta di riferimento era sempre lì come base sicura da cui tornare e nella quale trovare rifugio e protezione nei momenti di paura, scoraggiamento o difficoltà. È consapevole delle sue emozioni ed è capace di gestirle in maniera sana ed equilibrata anche davanti a situazioni nuove o difficili. Sa affrontare le sue paure con fiducia in se stesso/a. Riesce a instaurare relazioni sane perché si sente a suo agio e al sicuro nel vivere l’intimità emotiva e non ha bisogno di continue conferme da parte degli altri per sentirsi amato/a.  

Una persona con stile di attaccamento ansioso si sente fondamentalmente insicura. Da bambino/a non ha avuto supporto emotivo dalle figure di riferimento e pensa di non essere capace di affrontare una situazione nuova o difficile. Non si ritiene capace di esplorare da solo/a il mondo attorno a se. Tende a non esternare le sue emozioni perché non ha imparato a gestirle in maniera autonoma. Nelle sue relazioni ha costantemente bisogno di conferme e rassicurazioni perché non sente di poter essere veramente amato o di poter essere importante per qualcuno. Fa fatica ad accettare di lavorare su se stesso/a perché non pensa di essere abbastanza capace. 

Una persona con stile di attaccamento evitante viene delle volte confusa con una persona estremamente sicura di se, ma in realtà è una persona che da bambino/a non ha trovato conforto e supporto nelle persone che avrebbero dovuto prendersi cura di lui/lei e per paura di affrontare l’abbandono o il rifiuto vuole cavarsela da solo/a. Reprime o minimizza le proprie emozioni perché non sa come gestirle, soprattutto se associate a qualcun altro. Questo può portare ad allontanare le persone vicine solo per paura di rimanere soli o per paura di essere delusi. Hanno paura di lasciarsi andare nell’intimità emotiva perché non si fidano e hanno pensano di non essere veramente amati.  

La persona con stile di attaccamento disorganizzato presenta comportamenti contraddittori. Probabilmente dovuto a modelli disfunzionali in famiglia o a traumi nell’infanzia, la persona con stile disorganizzato cerca conforto e aiuto nelle figure di riferimento per poi respingerle. In età adulta, mostra passaggi repentini dall’intimità al distacco emotivo e di conseguenza fa fatica a instaurare rapporti duraturi e sani. Fa fatica a gestire le proprie emozioni e a esternarle, per questo mostra ambiguità nei comportamenti.  

Se siete curiosi di sapere qual è il vostro stile di attaccamento potete fare questo test, ovviamente è solo per curiosità e non può essere considerato come una vera e propria valutazione, però potrebbe aiutarvi a riflettere sull’argomento. Potremmo riflettere su degli atteggiamenti che adottiamo nelle nostre relazioni e che per noi sono normali, ma che in realtà non sono indice di relazioni sane. Oltre ad essere un ottimo spunto di introspezione, potrebbe essere un argomento di cui parlare con la persona che stiamo frequentando, il nostro coniuge, un genitore o un figlio. Una cosa importante è che chi pensa di avere uno stile di attaccamento ansioso, evitante o disorganizzato può comunque sviluppare uno stile di attaccamento sicuro con o senza l’aiuto di un professionista. Tenete presente che lo stile di attaccamento può variare da relazione a relazione (II).

Accettare di aprirsi con qualcuno e parlare delle proprie paure e insicurezze richiede coraggio e per questo è giusto farlo con qualcuno di cui ci fidiamo e che possa accettarci così come siamo, ma potrebbe sorprenderci quanto questo atto di coraggio possa far maturare noi per primi e poi la relazione. Questo è un esempio di come sviluppare intimità emotiva ed è ciò che contraddistingue le relazioni profonde e durature. L’intimità emotiva non si raggiunge quando condividiamo solo le emozioni positive, le esperienze che fanno piacere all’altro o le cose che abbiamo in comune. L’intimità emotiva si raggiunge quando mettiamo a nudo le nostre emozioni più profonde, anche nascoste, e quando condividiamo ciò che ci contraddistingue come individuo e veniamo accettati così come siamo. Questo attiverà un ciclo di risposta positiva perché più ci sentiremo accettati per quello che siamo e per quello che proviamo, più ci sentiremo sicuri di esprimere noi stessi in tutti gli ambiti della nostra vita.  

I. Bowlby, J. (1969). Attachment and loss. Vol 1. Attachment. New York: Basic Books.

II. Simpson, J. (1990). Influence of attachment styles on romantic relationships. University of Minnesota Twin Cities. DOI: 10.1037/0022-3514.59.5.971