Sono conosciute come capacità di autoregolazione e da questo si può ben capire il collegamento con l’ADD e l’ADHD. Si sviluppano principalmente in età pre-scolare, ma possono essere potenziate a tutte le età. Hanno ripercussioni sulla quotidianità e sull’apprendimento scolastico perché permettono di combinare e organizzare lo svolgimento di più cose contemporaneamente o in successione. Le funzioni esecutive sono alla base di competenze quali pianificazione, problem solving, velocità di elaborazione e autoregolazione.
Un aspetto fondamentale che spesso viene tralasciato è che se le funzioni esecutive non sono ben sviluppate possono intaccare l’autoregolazione emotiva. Uno degli studi più famosi a proposito di questo è “Il test dei marshmallow”.
Ci sono diverse correnti di pensiero in merito alla classificazione delle funzioni esecutive, quella più usata prevede (Snyder & co., 2015):
- Inibizione
La capacità di inibire volontariamente stimoli e impulsi che non sono rilevanti o appropriati. È il principale predittore di rendimento scolastico.
- Aggiornamento della memoria di lavoro
La capacità di immagazzinare informazioni, mantenerle nel tempo, aggiornarle e utilizzarle in maniera efficace per svolgere un determinato compito.
- Flessibilità / shifting
Capacità di adattare il proprio comportamento a seconda di contesti, regole e compiti diversi.
Un aspetto delle funzioni esecutive è l’attenzione. L’attenzione è quello strumento che utilizziamo per filtrare i vari stimoli che riceviamo ed elaborarli a seconda delle necessità. Va da sé che delle buone capacità attenitive ci permettono di utilizzare in maniera efficace le funzioni esecutive (Erickson, 2019). Giusto per avere un’idea di quale impatto ha l’attenzione nello svolgimento delle nostre attività quotidiane, ecco le varie tipologie.
Attenzione:
- di avvio – per cominciare un’attività;
- selettiva o focalizzata – per focalizzare l’attenzione su un’attività specifica senza distrarsi;
- sostenuta – per mantenere l’attenzione durante tutto lo svolgimento di un’attività prolungata nel tempo;
- divisa – per gestire più stimoli contemporaneamente mentre svolgiamo un’attività (es. guidando o cucinando);
- di shifting – per passare da un’attività all’altra in maniera efficace;
- uditiva e/o visiva – per prestare attenzione agli stimoli che vengono dallo spazio in cui ci troviamo.
Il motivo per cui è importante considerare le funzioni esecutive prima di parlare di disturbo dell’attenzione è che ci possono essere dei deficit in alcuni aspetti delle funzioni, ma questo non significa che si tratta di un disturbo dell’attenzione. È importante distinguere questi aspetti diversi così da non saltare a conclusioni affrettate e pensare di essere in presenza di un caso di ADD o ADHD quando in realtà si tratta di un deficit delle funzioni esecutive. Le funzioni cognitive e i disturbi dell’attenzione sono aspetti diversi, ma strettamente collegati tra loro.
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