Vi è mai capitato di dover prendere un appuntamento e dire prima: “Fammi controllare la mia agenda…”? A me sì! Ma vi è mai capitato di sentirlo dire a un bambino o a una bambina? Okay, va bene può sembrare esagerato, ma questo esempio non è poi così distante dalla realtà. Dopo la pausa estiva si ricomincia con le giornate piene di impegni Scuola e compiti e compiti a casa dal lunedì al venerdì e qualche volta anche il sabato, piscina e lezioni di piano il martedì e il giovedì, aikido e corso di cinese mercoledì e venerdì, sì cinese perché ormai è la lingua che manda avanti l’economia mondiale e non sia mai che i nostri bambini non siano aggiornati.
Volenti o nolenti, riempiamo le nostre giornate e riempiamo quelle dei nostri figli. Di certo ha degli aspetti positivi, ma ultimamente pediatri, psicoterapeuti, e altri professionisti ci hanno messo la pulce nell’orecchio, forse non è poi tanto figo che i propri figli abbiano “un’agenda piena”. Le culture occidentali moderne lasciano sempre meno spazio alle attività non organizzate da adulti per i propri figli. “E che male c’è in questo?”, ottima domanda. Così facendo, priviamo i bambini di imparare a gestire il proprio tempo e i propri spazi. Li priviamo di un elemento fondamentale allo sviluppo della creatività. Di cosa parlo? Della noia, sì la noia, perché nella noia ci si reinventa, si scopre qualcosa di nuovo, si impara ad autocontrollarsi perché non c’è nessun altro che può farlo per te, si vive attivamente e non passivamente. Avente presente quelle domeniche pomeriggio che i genitori vi costringevano a passare con loro a casa di quei parenti di terzo grado che non avevi mai visto prima e che non avevano figli della vostra età con cui giocare? Se non fossimo stati negli anni ’90 avremmo sicuramente tirato fuori il nostro smartphone o l’avremmo chiesto in prestito ai nostri genitori con la classica formula di rito: “Mi sto annoiando, non so che fare!” accompagnata da quel ciondolio del corpo che avrebbe irritato ancora di più i genitori.
A prescindere da quale decennio storico sia, la noia fa bene. Vivere la noia è buono e stimola la creatività, a sostenere questa tesi c’è la British Psychological Society, che con uno studio diretto dalla dottoressa Sandi Mann ha evidenziato quanto sia utile non dover scappare dalla noia o considerarla come un sintomo di fallimento. So già cosa state pensando: “La fai facile a dire ‘vivete la noia… non preoccupatevi…’ ma vorrei vedere te a gestire dei bambini profondamente e irrimediabilmente annoiati”. Eppure ci sono diverse cose che possiamo fare per gestire meglio momenti frustranti e, diciamolo pure, anche un po’ logoranti quando un bambino dice: “Mi sto annoiando, non so che fare!”.